3 dicembre 2011

Napoli, esame giallorosso al San Paolo

Champions League o campionato italiano, questo è il problema.
Un dolce cruccio che ogni squadra che milita in serie A vorrebbe avere. La possibilità di scegliere come, dove e quando impiegare al massimo le proprie forze per spingere sull'acceleratore in una o l'altra competizione.
La coppa dalla grandi orecchie, la più sfuggente e difficile da afferrare di tutte, ha un magnetico e irresistibile fascino, ma il timore è che nel frattempo si perdano preziosi punti per la classifica. Passi il pareggio con la Vecchia Signora, la sfida con la bianconera piemonetese è sempre un cult del calcio che ringrazia quando lo si impreziosisce di ricco spettacolo, ma adesso con il Lecce bisogna ricordarsi del San Paolo.
Sì, di quello stadio di Fuorigrotta che,  oltre ovviamente alle tante generazioni di tifosi fedeli, è stato testimone di tutti i successi sportivi della Società Sportiva Calcio Napoli.


Bisogna ricordare che il dodicesimo uomo in campo deve fare la differenza, poichè quando si calpesta il prato napoletano nessun campione, anche il più grande, resta insensibile davanti al ruggito partenopeo.
Un tuono che squarcia il cielo azzurro al di sotto del quale si giocano le tanto attese sfide. Duelli che restano nel cuore e nella memoria e, talvolta, arrecano qualche dispiacere o rimorso per il punticino lasciato sul campo. Con i giallorossi questo non deve ripetersi.
Un pareggio con la Juventus ha il suo significato, perdere ora altri punti adesso non lo avrebbe.
Mazzarri tira il suo sospiro di sollievo recuperando il Matador che sventolerà la sua tecnica davanti al toro pugliese. Alle spalle di Edinson Cavani ci sarà la collaudata coppia Lavezzi e Pandev, una scelta quindi non da vive Cavani. E' interessante analizzare il dato sulla formazione e sulla scelta effettuata dal tecnico toscano.
Una formazione con l'uruguaiano e il macedone non è quella che vuole raggranellare un altro misero punticino, e questo è incoraggiante, ma si dovrà poi vedere se in campo i calciatori riusciranno a ricordarsi la grande pecca stagionale: affrontare male le cosiddette piccole.


Trasferte come quella di Verona dovrebbero essere un monito, un esempio, una fotografia stampata indelebilmente sulla porta dello spogliatoio di Fuorigrotta da osservare come promemoria  prima di cimentarsi nel nuovo impegno sportivo. Chi impara dagli errori commessi nel passato cresce.
Questo lo spera anche il popolo dei tifosi partenopeo. Un fiume in piena di gioia e carica agonistica che continuerà a scorrere veloce nella curva B, mentre attende che la spumeggiante fantasia sudamericana innaffi il manto erboso facendo sbocciare la tanto attesa vittoria.
Dodici punti in campionato più la vittoria a Villa Real. E' quello che vorrebbe il presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis, per questo mese di dicembre. Volere è potere da tramutare in gare dalle poche sbavature. Il colombiano Camillo Zuniga è in costante valutazione con i ballottaggi aperti insieme ai colleghi Maggio e Dossena.
L'obiettivo è occupare degnamente un posto sulla fascia. In difesa, altro dato indicativo, tornano guarda caso gli stessi protagonisti della negativa trasferta con il Chievo. Fernandez e Fideleff, con l'esperta colonna Aronica centrale, dovranno arginare la voglia di emergere di quel Pasquato che cammina umilmente sulle orme di Del Piero.


Ironia della sorte c'è sempre un po' di bianconero in campo azzurro.

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