27 novembre 2011

Il Matador doma El Tanque

Non esiste furia più grande di quella dell'ex dal dente avvelenato. Lo sa bene il Napoli di Mazzarri che a Bergamo ritrova la sua vecchia conoscenza German Denis. E' passato un po' di tempo da quando lo speaker dello stadio San Paolo scandiva forte il suo nome che riecheggiava tra gli spalti di Fuorigrotta, adesso al nostalgico attaccante è tornata la voglia di stringere la mano e segnare tante reti alla sua ex compagna azzurra. Desiderio ardente o profezia immutabile così alla fine è stato sul rettangolo di gioco. 


El Tanque non si è risparmiato di certo nell'arco dei novanta minuti, con un solo obiettivo in mente: sfondare la porta difesa da Morgan De Sanctis. Di destro, di sinistro, di testa e di forza. Tutto il repertorio del roccioso attaccante sudamericano è stato messo in mostra contro capitan Cannavaro e compagni, mentre saliva forte l'urlo dei tifosi bergamaschi che incitavano il loro nuovo leader. In passato Denis segnava molto meno, e ovviamente non ambiva al titolo di capocannoniere, ma erano altri tempi. Nel Napoli l'argentino non era riuscito a convincere del tutto e per un calciatore che necessita di scendere in campo titolare con continuità, Napoli non era forse l'optimum per un tipo di calciatore come Denis.


Dall'azzurro Gustavo è passato al nerazzurro ed ha cercato in tutti i modi, sotto lo sguardo attento dell'altro ex Pier Paolo Marino, di tingere di nero la serata degli azzurri. La serata nera, per il Napoli, è rimasta tale fino al 93esimo minuto di gioco. Dopo aver fatto tremare la traversa dell'estremo azzurro, Denis ha migliorato gradualmente la mira fino a trafiggerlo in contropiede. La missione del Tanque era quasi riuscita, anche Colantuono aveva deciso di sostituirlo per concedergli la meritata passerella. El Tanque si era accomodato in panchina, rifiatando dopo una partita giocata da leone, con il sapore della quasi inevitabile vittoria già in bocca. Ogni vittoria è, infatti, quasi inevitabile quando si ha dalla parte opposta un avversario che risponde al nome di Edinson Cavani.


A Denis sono serviti novanta minuti per mettere paura al Napoli e per portare in vantaggio la sua compagine, al Matador uruguaiano invece è bastato solo un attimo per pareggiare i conti. E' questo uno dei tanti motivi per il quale la dirigenza del presidente Aurelio De Laurentiis, a un certo punto della sua gestione, ha fatto una scelta per l'attacco. Una scelta rivelatasi nel tempo un positivo investimento a medio e lungo termine. Al Matador è bastato un attimo per strozzare in gola l'urlo del trionfo bergamasco, per rispondere colpo su colpo al collega sudamericano e per impedire al suo Napoli di incassare un negativo risultato in trasferta. E' questo il sunto della partita dei tanti ex. Una gara che non ha lasciato deluso proprio nessuno, o quasi.


Certo chi voleva la vittoria lo è senz'altro, mentre chi voleva gustarsi un sano e autentico spettacolo calcistico torna a casa più che appagato. Una sfida lontano dalle mura amiche è sempre difficile, quando ha in sè anche gli ingredienti delle motivazioni personali assume il valore di una grande prova di carattere e orgoglio. Nel lungo viaggio di ritorno nel capolugo campano gli allievi di Mazzarri dovranno riflettere su quanto sia stato importante il punto ottenuto in trasferta.


Un piccolo gioiello da aggiungere al baule prezioso di esperienze chiamato l'Oro di Napoli. Il sacro bottino dovrà poi essere portato in dote quando arriverà il momento di presentarsi davanti alla Vecchia Signora.

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