2 ottobre 2011

Diciassette anni di attesa per un giorno memorabile


Diciassette anni trascorsi sognando il momento di poter entrare alla “Scala del Calcio” per cantare l’orgoglio partenopeo. Senza il Matador Cavani, lontano dalla curva B del San Paolo e contro un allenatore esperto come Ranieri il Soldato Innamorato ha cantato più forte di tutti guidando l’orchestra azzurra che ha superato una grande prova di maturità.


Non c’è ombra di esitazione nelle azioni offensive, estrema determinazione negli interventi in difesa, con un centrocampo che detta i ritmi e lancia la sfera per ispirare il solista azzurro. E’ così che Mazzarri ha composto la sinfonia che ha incantato gli sportivi, stupito gli scettici e riempito il cuore di gioia al tifoso sempre fedele.


Primo posto in classifica e una vittoria a Milano, dopo quasi venti anni di sofferenza giocando sul manto erboso di San Siro, sono un gradito regalo di compleanno per quel professore del calcio toscano che è riuscito a donare al suo gruppo di allievi un gioco brillante e imprevedibile. Manchester City, Villareal, Cesena, Milan e adesso Inter. Nessuna squadra è ormai sicura di giocare una partita facile, quando l’avversario risponde al nome di Napoli. Una rivelazione nel suo gruppo di Champions League e solida realtà di questo nuovo campionato di serie A. Gli azzurri tornano a respirare aria di primo posto, incrementando il bottino in classifica settimana dopo settimana, con l’incostanza nel risultato ormai solo un lontano ricordo.


La vittoria conquistata sul campo dei nerazzurri è il trionfo di un gruppo che ha dimostrato il proprio valore e ha lanciato un importante messaggio: questo Napoli non è Cavani dipendente. Come avveniva in passato, quando era Diego Armando Maradona a non scendere in campo, il Napoli è in grado di esibirsi al meglio anche senza il suo grande musicista del calcio. Gli azzurri riescono a portare a casa un risultato figlio di una prestazione eccellente da parte di undici elementi, che mettono in pratica alla perfezione gli schemi del professor Mazzarri. Per i tifosi di una squadra come questa non è vietato sognare. Dopo ogni gol segnato dagli uomini in azzurro l’urlo di gioia dei sostenitori partenopei riecheggiava nello stadio Meazza, mentre a Napoli nessuno ha osato perdersi uno spettacolo senza precedenti. Novanta minuti impressi nella memoria. Una conferma della crescita di una compagine, che pochi anni prima muoveva i primi passi nelle serie minori riaprendo un nuovo capitolo della sua storia.


A due lunghezze dalla vecchia signora, la squadra di Aurelio De Laurentiis può guardare tutti dall’alto come faceva alla fine degli anni novanta. Si è parlato per settimane di un Napoli che superava l’esame d’inglese all’esordio tra i campioni e di una squadra che ha imparato a esorcizzare un diavolo con lo scudetto ancora cucito sulla maglia. Da sabato 1 ottobre 2011 il Napoli torna a vincere allo stadio Meazza San Siro contro l’Inter dopo 17 anni. Un nuovo interessante argomento di conversazione, che riempie d’orgoglio il cuore del tifoso azzurro, in attesa del prossimo concerto del professore toscano.

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